Le Regioni speciali nel nuovo Senato

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Mi spiace spegnere i clamori de il Fatto Quotidiano ma nel nuovo Senato le Regioni a Statuto Speciale saranno rappresentate al pari delle altre con sindaci e consiglieri regionali.

Come é noto la riforma non si applica alle Regioni a Statuto Speciale per le principali modifiche al Titolo V parte seconda della Costituzione, contenute nel capo IV della riforma: risultano invece applicabili anche alle Regioni speciali le modifiche previste dalle disposizioni consequenziali e di coordinamento dell’ articolo 38 contenute nel capo VI della riforma. Tra queste c’é anche la modifica dell’ articolo 122, che sopprime l’incompatibilità tra le cariche di consigliere regionale e senatore, superando le previsioni degli Statuti speciali.

La conferma arriva indirettamente in un’ altra disposizione prevista dal comma 13 dell’ articolo 39, in base alla quale ‘resta ferma la disciplina vigente prevista dai medesimi statuti’ ‘ e dalle relative norme di attuazione ai fini di quanto previsto dall’ articolo 120 della Costituzione’: dove il testo di riforma ha voluto comunque mantenere ferma la disciplina degli Statuti speciali rispetto alle modifiche dell’ articolo 38 lo ha dunque previsto espressamente. 

Il presunto cortocircuito istituzionale con Regioni Speciali fuori dal Parlamento che qualcuno continua ad agitare non trova fondamento in una riforma che invece valorizza l’Autonomia speciale, determinando allo stesso tempole condizioni per ripensare gli Statuti rendendoli funzionali e adeguati ai cambiamenti in corso nel Paese.

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